A che punto bisogna uscire dalla relazione di coppia?
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Partner è il nostro specchio Molte persone mi hanno contattato nel momento in cui si sono trovate in una crisi di coppia. Con questo articolo ho intenzione di darti consigli concreti da poter identificare se è il momento giusto per uscire da una relazione amorosa se pensi di non amare più il tuo partner. Come conoscersi meglio? Il proposito di ogni relazione (come ho scritto nei miei precedenti articoli) non è solo quello di fondare una famiglia, stare nel’intimità e passare del tempo insieme. Una relazione intima ha uno scopo molto più profondo. Attraverso la persona con cui siamo in relazione abbiamo una grande opportunità di conoscere noi stessi, la nostra natura divina come anche il nostro ego (energia grossolana oscura fatta di condizionamenti ed emozioni con cui la nostra anima non è in accordo). Quando una persona si trova nella prima fase di una relazione e sente la magia di innamoramento, di solito cade nella trappola di pensare che il partner sia responsabile di quella meravigliosa sensazione. Quello che realmente accade è che una persona proietta su un partner l’amore che è l’essenza del suo se autentico. Quando invece sorgono problemi e la relazione entra nella seconda fase, in quel momento si verificano di solito le separazioni ed l divorzi.. Ciò che accade realmente è che i partner proiettano l’uno sull’altro le loro false credenze ed emozioni che sono emerse a seguito di tali credenze. Che cosa succede quando la relazione si interrompe nella seconda fase? Se la persona non comprende la propria responsabilità nella creazione del problema con il partner, nella relazione successiva si troverà la stessa dinamica. Un’altra persona, stessa storia. Perché? Perché la persona non si è assunta la responsabilità dei propri pensieri e delle proprie emozioni che hanno generato la rottura con il partner e non si è data l’opportunità di perdonare autenticamente, cioè di cambiare la visione e la percezione del problema. Nel conflitto si ha una grande opportunità di cambiare la percezione di se, del partner e dell’intera situazione.scegliendo di adottare il punto di vista che il vero se ha sull’intera situazione. La nostra essenza è l’amore Possiamo concludere naturalmente che non bisogna lasciare la relazione quando è in crisi Perché nel momento in cui si verifica una crisi, le persone hanno l’opportunità di prendere coscienza dei loro pensieri giudicanti e delle loro emozioni pesanti. Questo processo porta una grande presa di coscienza che il partner è solo uno specchio in cui si riflettono le parti di se stessi che si sono inconsapevolmente represse o criticate. Solo in quel momento si verifica un’autentica trasformazione e la realizzazione che siamo tutti esseri spirituali fatti di amore. Quando un partner che è stato oggetto di critiche si riesce a guardare di nuovo con gli occhi pieni di amore,ci si rende conto che l’amore è l’essenza di chi guarda e non l’oggetto dell’osservazione. Solo allora si può scegliere di rimanere o andare via. La scelta sembrerà quindi il prossimo passo naturale che condurrà una persona verso nuove esperienze con il partner attuale o un altro e queste nuove esperienze non saranno una ripetizione di vecchi problemi ma un riflesso di sentimenti sublimi dell’ essere autentico e spirituale che è il pilastro di tutti noi..
Madre e figlia, la bellezza di una relazione unica
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Il rapporto madre figlio,madre figlia è uno dei più conflittuali. E’ fondamentale comprendere il perché e come risolvere le incomprensioni per raggiungere l’autentico benessere.
Ho contattato la mia anima con un abbraccio
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Il momento in cui ho incontrato l’uomo della mia vita 30 maggio 2019 ho festeggiato 13 anni di relazione e 10 anni di matrimonio con Andrea. La bellissima giornata trascorsa insieme mi ha ispirato a condividere con voi un’esperienza meravigliosa che è accaduta il 30 maggio, 13 anni fa. L’eterno in un momento È stato un abbraccio. Non un abbraccio comune ma qualcosa che non avevo mai sperimentato prima. Ciò che era straordinario in quell’abbraccio era la sensazione che il corpo non esistesse più e che le due anime si unissero completamente attraversando le barriere dello spazio e del tempo. In quel momento il tempo si era fermato facendo durare quell’istante un’eternità. Avevo la netta sensazione di essere entrata in contatto con la mia anima attraverso quell’abbraccio. In quel momento mi sono ricordata chi ero, molto bene e con molta chiarezza. Com’era possibile? La risposta che mi sono data è stata molto logica. L’incontro con Andrea è accaduto sei mesi dopo l’inizio della mia profonda trasformazione attraverso il lavoro su di me e in seguito al rilascio di tutti quegli strati e maschere che non mi permettevano di essere in contatto con me stessa. Per la prima volta nella mia vita mi è stato chiaro che potevo relazionarmi con ogni persona e situazione attraverso due aspetti. Abbiamo sempre a disposizione due possibilità: guardare il mondo con gli occhi dell’ anima o attraverso l’ego (insieme di false credenze ed emozioni negative che abbiamo costruito nel corso della nostra vita). Ciò che sperimentiamo come esperienza è diverso come il giorno e la notte. Quando guardiamo il mondo, le persone e le situazioni attraverso la nostra anima le esperienze sono piacevoli, belle, magnifiche. Con ego ci sentiamo male Non possiamo evitare la presenza dell’ego, ma possiamo coscientemente lavorare per riconoscerlo e scegliere la connessione con l’anima come la cosa più importante nella nostra vita. È fondamentale essere consapevoli che la connessione con l’anima mentre siamo nel corpo fisico non può essere sostenuta costantemente, 24 ore senza sosta. Ma può essere più frequente e durevole. La relazione di coppia in modo particolare attiva gli aspetti egoici della persona ed è anche uno degli strumenti più potenti per riconoscerli e trasformarli. La mia relazione con Andrea in questi 13 ani di vita assieme mi ha permesso di riconoscere e conoscere la mia ombra (ego) e di percepire la presenza della mia anima. Ho anche imparato che è possibile essere felici in coppia e ho potuto apprezzare il valore di una relazione duratura basata sui valori autentici come rispetto, fedeltà e crescita.
Il perdono porta le più grandi lezioni di vita
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Perdonate per ritrovare la pace Dicono che il più grande dono che possiamo fare a noi stessi è il perdono. Tuttavia perdonare è tutt’altro che facile. Così dicono tutti coloro che hanno fatto quest’esperienza aggiungendo anche che il perdono è un atto liberatorio e salutare nello stesso tempo. Nel mio lavoro come life coach uso molto il proceso di perdono e ritengo che sia fondamentale comprendere il suo vero significato. Perdonare vuol dire rilasciare il carico emozionale legato ad un avvenimento e alle persone del passato che si ritiene fossero stati la causa del dolore e della sofferenza della persona. Perdono non signidica giustificare i comportamenti sbagliati e non è neanche legato alle persone e alle situazioni che erano, secondo la valutazione della persona che soffre, la causa del suo malessere. Il perdono ha a che fare esclusivamente con la persona ferita che sarà in grado di liberarsi attraverso il processo di perdono dalle emozioni pesanti. Se il processo di perdono è stato fatto correttamente le persone arrivano ad una grande liberazione e alla consapevolezza che a generare il conflitto non era responsabile solamente l’altra parte ma tutte le persone coinvolte. In quel momento la persona che si sentiva arrabbiata e triste non si pone più neanche la domanda se era giusto o no perdonare tutti. Ci arriva in maniera spontanea e facile. Sarebbe importante almeno essere disposti a perdonare perchè il carico delle emozioni pesanti è molto dannoso per la salute fisica e spirituale. Perchè è importante perdonare e che cosa porta il perdono? Il perdono permette di liberarsi dalle emozioni negative pesanti che sono molto dannose per tutte le sfere della vita (salute fisica, abbondanza finanziaria, rapporti con se stessi, con la famiglia, con i colleghi, con gli amici e espressione creativa sul lavoro). Il perdono è importante perchè permette alla persona di riconettersi con il suo vero, autentico se spirituale e di liberarsi dalla visione ristretta e vittimistica della vita. Tutto questo porta la persona a vivere liberamente e di creare consapevolmente le sue esperienze con gioia e in sintonia con i valori spirituali di amore, pace, gioia, onestà, fiducia e rispetto. Quando si arriva a comprendere il vero significato di perdono, esso diventa il fattore fondamentale perchè porta ad una totale comprensione della vita stessa. Quando le persone riescono ad attraversare il processo di perdono nella maniera corretta, diventano padroni delle proprie emozioni. Un’altra cosa a cui arrivano è la consapevolezza che ogni esperienza che hanno vissuto era lì per insegnare loro una lezione di vita e riescono ad uscire dal circolo vizioso del giudizio. Comprensione profonda che il dolore era lì per portare la persona verso la sua verità ed identità spirituale è uno dei più grandi doni che la persona si concede con il processo di perdono. Come possiamo sapere se abbiamo perdonato veramente? Quando, pensando alle persone e alle situazioni del passato non si sentono più le emozioni negative. Questo è il primo passo. Il secondo passo è quando si ha la chiara percezione che le altre persone non sono responsabili per come ci sentiamo e così la persona si riprende il proprio potere e diventa l’artefice della propria gioia o della propria sofferenza. Il terso passo è avere la chiara percezione che il conflitto era generato da tutte le parti coinvolte e che ognuno ha avuto la responsabilità nel generarlo.
Sofferenza vista da un’altra prospettiva
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La riscoperta di se stessi Adoro il Sole. Sempre di più. Il Sole rappresenta la purificazione, l’energia, la Vita stessa. Quando c’è il Sole tutto appare più bello, I colori sono più vividi, le persone sembrano più felici. E tutto quello non è casuale. Senza l’energia solare la Vita sulla Terra non potrebbe esistere. Sole simboleggia anche il contatto con la spiritualità, con il nostro vero Se che è fatto di Amore Incondizionato, di luce pura. Mentre stavo sdraiata sulla spiaggia leggendo il libro di Daniel Lumera “ I sette passi del perdono”, arrivai ad un paragrafo dove si parlava del Sole. Mi colpì la spiegazione legata al Sole perché descriveva esattamente quello che avevo riscontrato nelle mie ricerche sui risultati ottenuti dalle persone che seguo. Il punto di vista del Sole Lavorando con le persone da tanto tempo ho osservato molto attentamente quello che permette loro di uscire definitivamente dai conflitti nella relazione di coppia, con i genitori, i figli, i parenti, i colleghi. Quello che mi ha colpito nel libro di Lumera era il “punto di vista del Sole”. Diversamente dalla prospettiva della Terra, dove esistono il giorno e la notte, la gioia e la sofferenza, la vita e la morte, se si osserva la vita dalla prospettiva del Sole cambia completamente quello che si vede. Il Sole non conosce l’alba ed il tramonto.Si apre la possibilità di osservare le dinamiche dei conflitti da un angolo diverso, neutro. La dualità scompare e gli opposti diventano unità. Se partiamo dal presupposto che l’ombra, l’ego (Energia Grossolana Oscura) sia un contenitore dei pensieri e delle emozioni che chiamiamo negativi e che sono stati generati in seguito ad un’ errata interpretazione della realtà che non si ricordava della nostra essenza spirituale, il nostro vero Se che è fatto di amore incondizionato si può collegare con l’energia del Sole. A questo punto possiamo dire che l’ombra esiste per testimoniare la presenza del Sole. La parte oscura che ogni essere umano possiede e della quale è raramente consapevole, permette attraverso la conoscenza, l’accettazione e trasformazione della stessa il contatto con il proprio vero Se. Come dire, per riuscire a sentire il calore del Sole è necessario attraversare la nube nera. Tutto quello che si osserva dalla prospettiva del Sole sembra luminoso. Quando si lavora per superare i conflitti nelle relazioni interpersonali, è necessario attraversare la nuvola nera dell’ego sentendo la carica emozionale che si è generata nel conflitto, lasciarla andare e solo allora assumere la posizione, il punto di vista del Sole. Da quella prospettiva diventa chiaro che ogni persona coinvolta nel conflitto aveva la propria responsabilità, aldilà del ruolo che avevano assunto, vittima oppure carnefice. Il viaggio verso i rapporti armoniosi La comprensione dell’accaduto e l’assunzione della responsabilità è l’unica strada per uscire definitivamente dai conflitti nelle relazioni interpersonali. Questo è possibile solamente quando si osserva il conflitto dalla prospettiva del Sole dove non si può più tenere l’accusa nei confronti dell’altro come l’unico responsabile per aver generato il conflitto. Il nostro vero Se è in grado di comprendere che coloro che ci hanno ferito hanno agito non per cattiveria ma per ignoranza (mancanza di conoscenza). Invece l’ego, che non conosce la verità spirituale, è in grado di osservare l’accaduto dalla polarità della vittima accusando gli altri oppure come carnefice caricandosi con i sensi di colpa. Conoscere nuovamente se stessi Dalla prospettiva del Sole si ha una visione più piena della Vita. Scompare l’etichetta “buono” e “cattivo”, “positivo” e “negativo”. Si ha la possibilità di guardare alla sofferenza da un’angolazione totalmente diversa. Si possono osservare coloro che soffrono non più come “poverini” ma come le Anime forti che hanno scelto la sofferenza per imparare ed evolvere. Se assumo una totale responsabilità per quello che mi succede sarò in grado di rispettare anche coloro che stanno soffrendo in questo momento perché divento consapevole della loro scelta di quell’esperienza. Il lavoro su di se dovrebbe portare l’individuo a togliersi dall’identificazione dall’Energia Grossolana Oscura (ego) e di comprendere che non è quell’insieme di emozioni e pensieri negativi che si era costruito mentre interpretava gli eventi in una maniera limitante. E’ inevitabile, prima o poi, intraprendere il viaggio verso la riscoperta di se stessi e rendersi conto che si è nient’altro che il Sole che ha vissuto una grande parte della propria vita dietro la nuvola nera pensando che era quella. Dalla prospettiva della nuvola nera non è possibile uscire definitivamente dai conflitti con gli altri ne essere appagati profondamente e vivere in abbondanza di gioia, salute e amore. Cogliete l’occasione che l’estate offre di assorbire tanta energia Solare e ricordatevi che voi siete quella forza, quell’amore e quella gioia. Riflettete anche che sensazioni si svegliano con la luce del Sole e come appaiono gli eventi se si osservano dalla sua prospettiva . E se vi sentite pronti ad intraprendere il lavoro su di voi e imparare come spostare la nuvola nera, vi aspetto con le braccia aperte per aiutarvi a sentire sempre di più il calore del vostro Se autentico. Con amore
Abuso psicologico nella relazione di coppia
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Perché le donne non se ne vanno dalle relazioni disfunzionali? Ogni volta che una persona nuova mi contatta e mi chiede aiuto perché sta vivendo un problema (e più delle volte sono le donne che non sono felici in una relazione di coppia) per me è come ricevere una conferma di quanto è importante la professione che ho scelto e che amo con tutta me stessa. Ci sono tantissime persone che non riescono a intravedere una via d’uscita dalla situazione nella quale si trovano. Ci sono pochissime donne che sono realmente e profondamente felici nella relazione di coppia e nel matrimonio. Spesso mi dicono che gli uomini si comportano in maniera disinteressata nei loro confronti, smettono di essere romantici, pensano solo al lavoro, non aiutano in casa. Quelli sono problemi classici che inevitabilmente subentrano nelle relazioni durature dopo il primo periodo di innamoramento. Invece ci sono altri segnali, più subdoli ma molto pericolosi che le donne captano e che interpretano come problemi. Invece si tratta di violenza psicologica che quasi mai viene compresa come tale perché non evidente come quella fisica. Di che cosa si tratta? Per esempio, quando è evidente che un uomo mente dicendo che sta uscendo con gli amici, lasciando la donna da sola ad aspettarlo fino alla notte fonda. La violenza psicologica si può riconoscere quando uomo offende la donna ferendola direttamente nel suo valore. Ho avuto un caso dove una mia cliente mi aveva raccontato che il suo partner evitava di uscire con lei perché riteneva che fosse molto grassa quindi non presentabile. Non solo, le diceva anche che era poco capace e non molto intelligente. Mi capita di incontrare e di lavorare con tantissime donne che sopportano la violenza psicologica per anni accontentandosi con briciole di attenzione. In più spesso giustificano il partner dicendo che lui in fondo le vuole bene e sperando che un giorno lui cambierà. Di che cosa si tratta e perché le donne sopportano tutto quello? Parliamoci chiaro, apparentemente queste donne sembrano donne di successo, laureate, curate, con un buon lavoro. Perché allora non abbandonano la relazione e perché non lasciano quell’aggressore così subdolo? La risposta sta nella mente subconscia, laddove sono registrate le convinzioni e le emozioni che hanno fatto da calamita e attratto un comportamento di quel genere. La convinzione che tutte, proprio tutte le donne custodiscono nella loro mente subconscia è: “Io non valgo”. Sappiate tuttavia che ,se doveste chiedere proprio a quelle donne che cosa pensano del loro valore, quasi tutte risponderebbero di avere una buona autostima. Perché? Per il semplice motivo che la loro convinzione “io valgo” appartiene a quella parte della mente che è solo 8% e misura il valore con dei risultati (una laurea, un buon lavoro, bell’aspetto). Invece la convinzione “Non valgo” è registrata nel serbatoio della mente subconscia ed è purtroppo quella nella quale la persona veramente crede, ma come svela la parola subconscio, non ne è affatto consapevole. Uno dei modi infallibili dove si possono verificare gli effetti di quella credenza è nella qualità delle relazioni intime durature. Bisogna anche comprendere che nella mente inconscia delle donne sono registrate anche tutte le esperienze delle madri, delle nonne, delle bisnonne che hanno vissuto il rapporto con se stesse in maniera molto difficile sentendosi sottovalutate e di minor importanza rispetto agli uomini. Esiste anche una mente collettiva, come se ci fosse un campo invisibile che accomuna tutti gli esseri umani e anche se le donne oggi possono considerarsi importanti tanto quanto uomini quelle memorie antiche sono ancora presenti e nutrono la convinzione “Io non valgo”. Come uscirne? Il primo passo è riconoscere la situazione in cui la donna vive la violenza psicologica e ammettere a se stessa che quel rapporto e quel comportamento del suo partner non stanno nutrendo il suo valore. Il secondo passo è non illudersi che quella situazione si potrà risolvere da sola e che il partner un giorno cambierà. Se si dovesse entrare in conflitto con il partner, può darsi che lui cambierebbe per un periodo di tempo ma inevitabilmente le cose tornerebbero ad essere come prima. Questo non vuol dire che bisogna sopportare tutto ed essere passive, certe volte uno scontro verbale è necessario. Tuttavia la situazione non si risolve solo con il conflitto. E’ fondamentale che le donne si assumano la responsabilità di lavorare su se stesse evitando di incolpare le circostanze per quello che sta succedendo, e neanche incolpare se stesse. Incontrare il proprio valore autentico è la cosa più importante che le persone possano concedersi. Quello richiede l’investimento di tempo e grande impegno. Ma ne vale ampiamente la pena. La ricompensa è una pace profonda con se stessi, amore per se che non dipende da un risultato esteriore, che esiste a prescindere, indipendentemente dal fatto di essere coinvolti in una relazione o no. Entrare in una relazione di coppia avendo la piena consapevolezza del proprio valore è un’esperienza profondamente appagante. I partner si scelgono perché vogliono stare insieme, non per bisogno di colmare un vuoto. Solo così si è in grado di dare a se stessi e all’altra persona quello di cui ha veramente bisogno. La persona in pieno contatto con il proprio valore avrà accanto a se un partner che le specchierà niente meno di attenzione amorevole, rispetto, cura e reale supporto. Siete pronti ad esclamare: “Valgo solo perché esisto!”.
Come guarire i rapporti con i membri della famiglia
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La famiglia dovrebbe essere la fonte di sicurezza, un’oasi di sostegno e di’amore. Tuttavia, per tantissime persone non è sempre così. Le famiglie spesso fanno finta di non vedere i problemi che ci sono e nascondono le proprie emozioni, incomprensioni e conflitti. Così facendo si perdono dei momenti preziosi in cui le persone potrebbero trarre il grande nutrimento che solo la famiglia può dare. Rapporti conflittuali in famiglia portano una serie di problemi. Dalla salute, ai soldi, alla mancata realizzazione professionale e personale. Quelli sono tutti sintomi che mettono in allarme che a qualche livello i rapporti soprattutto con la madre e con il padre non sono guariti. Occuparsi di risolvere e guarire quei rapporti porta inevitabilmente le persone a vivere molto più felici, leggere, gioiose e realizzate. Riconoscere i rapporti disfunzionali Ogni volta che in famiglia si comunica poco e male, lì dove non ci sono le dimostrazioni di affetto e ci sono invece litigi, urla, poco tempo passato assieme e mancanza di gioia vuol dire che i rapporti necessitano un intervento d’urgenza. Bisogna anche stare attenti ai segnali di critica verso i membri della famiglia ed eventuali pettegolezzi. Se ci sono i bambini in casa loro possono segnalare in modo eccezionale che c’è qualcosa che non va ammalandosi spesso per esempio, chiudendosi in se stessi o assumendo gli atteggiamenti aggressivi. Mi capita spesso di parlare con le persone che non vedono genitori da anni e sono arrabbiati con loro. Oppure mi capita di sentire genitori lamentarsi dei figli in continuazione. Tanti pensano che non ci sia una via d’uscita E’ abbastanza normale essere scettici e avere poca fiducia nella risoluzione dei problemi. Le persone sono troppo abituate a stare male con gli altri e non mi sorprende che non credano sia possibile armonizzare rapporti. La cosa fondamentale è non perdere la speranza. Lì dove c’è ancora la speranza c’è anche la via d’uscita. Ho assistito ai veri e propri miracoli in tempi relativamente brevi. Ho viste le persone “rinascere” dalle situazioni improbabili.
Perché non vuole impegnarsi?
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Uno dei problemi che le persone incontrano quando si parla delle relazioni di coppia è il caso in cui la persona che piace non sembra volersi impegnare. In altre parole sembra che non desideri la convivenza, il matrimonio oppure una famiglia. Quando questo succede spesso le persone descrivono l’altro che fa un passo indietro come qualcuno superficiale, che vuole solo divertirsi, immaturo etc.. Invece la vera ragione non è quasi mai quella. La cosa ancora più complicata è che anche il partner “superficiale” spesso non conosce la ragione per cui non vuole sposarsi o convivere. Oggi vi racconto la storia di una donna che ho conosciuto. La sua storia svela una delle ragioni per cui una donna non vuole impegnarsi. Tenetevi forte. Conosco Maria (il nome è inventato per salvaguardare la privacy di questa persona). Una donna attraente, separata, con due figli sui vent’anni. Lei ne ha una quarantina. E’ un imprenditrice, ama il suo lavoro e ha abbastanza successo. E’ libera e indipendente economicamente e desidera incontrare un uomo con cui crearsi una relazione di coppia. Tuttavia non succede nonostante svariate opportunità (lei è molto corteggiata). La ferita sotto la maschera Mi è capitato recentemente di passare un po’ di tempo con lei perché avevo bisogno dei suoi servizi e ci siamo trovate da sole all’interno della sua azienda. Ad un certo punto, parlando del più e del meno, lei mi confessa: “Sai, io sono stata vittima di abusi in famiglia”. Alzo gli occhi esterrefatta e lei mi dice che aveva bisogno di condividere la sua storia con me perché era a conoscenza del lavoro che faccio. “Avevo 18 anni, mi ero innamorata perdutamente di un uomo e abbiamo iniziato ad uscire. A breve sono rimasta incinta e abbiamo deciso di sposarci. Ero felicissima, pensavo che lui fosse il mio principe azzurro. Ci sposiamo e io mi trasferisco dalla casa dei miei genitori a casa sua, dove viveva anche sua madre. Tornati dal viaggio di nozze, ci svegliamo una mattina e lui all’improvviso si gira verso di me e mi da un forte schiaffo. Ero scioccata, in lacrime, e lui mi minaccia di non dirlo a nessuno se no mi avrebbe uccisa. I giorni passavano e venivo picchiata regolarmente, una o due volte al giorno. Ero piena di lividi ma mai in viso così quando uscivamo nessuno poteva accorgersene. I giorni passavano ed io non sapevo cosa fare. Sapevo che dovevo scappare, ma la pistola che teneva nel cassetto mi faceva tantissima paura. Fino al giorno in cui oltre a me, ha massacrato di botte anche sua madre. La donna era rimasta tutta la notte in fondo alle scale, non potevo aiutarla perché lui aveva picchiato anche me minacciandomi ancora che se avessi aiutato sua madre mi avrebbe uccisa. Il giorno dopo lui era uscito un attimo ed io chiamai mio padre dicendogli di venirmi a prendere immediatamente. Papà capì subito, e con la scusa di voler uscire e vedere mio padre scappai in un’altra città dove mi recai subito dalla polizia e denunciai il carnefice”. Rimasi in silenzio per un po’ di tempo mentre guardavo i suoi occhi. Non ho parole per descrivere che cosa ho provato mentre ascoltavo il film della sua vita. Ho pensato agli sguardi delle persone che si incrociano per strada e ho pensato che ogni persona porta con se il proprio mondo nascosto dietro lo sguardo arrogante oppure rassegnato. Ho pensato alle maschere che si indossano per nascondere il dolore. Con questo articolo vorrei invitare il maggior numero di persone possibile a fermarsi prima di giudicare qualcuno, perché dietro la facciata potrebbe esserci Maria con la sua ferita aperta e non ancora rimarginata e che non riesce ad impegnarsi con un uomo ma non sa bene ancora il perché.
Il segreto dell’attrazione tra l’uomo e la donna
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L’ego il nemico di ogni relazione “Ogni anima ha uno scopo ben preciso. Lei vuole spostare e trasformare quella costruzione mentale chiamata ego, ombra o personalità, fatta di convinzioni e emozioni legate ad un’errata interpretazione dei fatti accaduti nell’infanzia” Sono anni che lavoro con le persone e mi occupo di aiutarle a risolvere problemi nelle relazioni di coppia. Osservando e studiando con molta attenzione la mia storia di vita e in seguito i miei clienti, sono arrivata ad una scoperta affascinante che ho scelto di condividere attraverso il mio lavoro e questo articolo, con l’obiettivo che voi possiate avere un’informazione utile al fine di comprendere la verità sul rapporto tra l’uomo e la donna. Dall’inizio della relazione al futuro insieme Generalmente l’attrazione tra l’uomo e la donna si interpreta a livello fisico (lei è bellissima, lui è attraente, mi piace il suo comportamento, lei è femminile). Dopo quella fase arriva la conoscenza reciproca e se l’attrazione c’è i due partner decidono di entrare in relazione. Il desiderio di condividere la vita, è ovvio, non avviene con ogni persona che ci attrae. Se per esempio dovessimo scegliere dieci donne ugualmente belle e in linea con il gusto estetico di un uomo , e se quell’uomo dovesse uscire con tutte e dieci, è matematico che lui non avrebbe desiderio di proseguire la relazione con tutte nonostante la somiglianza fisica, caratteriale e culturale. E’ una questione di chimica? Dov’è il segreto? Tutte le spiegazioni e le interpretazioni che ho sentito non mi hanno soddisfatto. Come per esempio: “E’ una questione di chimica”, oppure “scatta la molla”. Che cosa vuol dire? E’ una questione ormonale o qualcos’altro? Non esiste una spiegazione. Finché non sono arrivata alla scoperta lavorando con le persone ed osservando le cause dei loro problemi in coppia. Quello che andrò a svelarvi toglie il velo dell’illusione legata al romanticismo ed anche da quello che alcuni chiamano la relazione “karmica” ma che in realtà non ha un significato ben preciso. Prima di spiegarvi il perché l’uomo e la donna sentono l’attrazione e decidono di condividere la propria vita con l’altro, bisogna capire innanzitutto qual è lo scopo di una relazione, il quale non è solamente crearsi una famiglia e passare del tempo con l’altro. Quelle sono solo alcune delle ragioni ma non il principale scopo per cui uno sceglie proprio quella persona rispetto ad un’altra. La scelta, quella vera, è guidata dall’anima e sta nel fatto che proprio quella persona possiede nella sua parte mentale, egoica, gli schemi che sono il perfetto incastro con quelli dell’altra persona e che solo quel partner sarà in grado di evidenziare una volta che la relazione passa il periodo iniziale di innamoramento. Questo si riconosce nella fase in cui il partner comincia a mostrare gli aspetti del proprio carattere che non piacciono e quando iniziano i conflitti. In quella fase l’anima gioisce perché spera che la persona in questione riconosca la propria ombra, il proprio ego, la propria personalità costruita, la accetti e scelga di non credere più nel suo dramma, per poter dare spazio a quella parte vera, autentica, di cuore. Wow! Il matrimonio come la radice del problema Che cosa significa tutto questo? Ve lo racconto attraverso il mio esempio personale per farvi comprendere chiaramente come si mostra quella dinamica nella vita di tutti i giorni di tutte le persone. I miei genitori si sono separati quando ero una neonata e crescendo il mio ego ha creato la convinzione che la causa dei problemi e delle sofferenze fosse il matrimonio. Perché l’ha fatto? Per un motivo molto semplice, proteggermi da un’eventuale sofferenza. La separazione dei miei genitori ha creato ovviamente la sofferenza per tutti coloro che ne erano coinvolti e perciò la mente, l’ego, che non conosce il linguaggio del cuore ha individuato la relazione di coppia ed il matrimonio come qualcosa da cui proteggermi. In più ha creato la convinzione che gli uomini fossero inaffidabili. Crescendo avevo dimenticato quasi del tutto che io in verità ero un essere spirituale fatto di amore. Se avessi creduto di più al mio cuore, non avrei dato tutto quello spazio alla mia mente limitata (mio ego) e non le avrei permesso di nutrire quella convinzione. Tuttavia, grazie al pensiero che il matrimonio fosse la radice dei problemi in coppia e che gli uomini fossero inaffidabili, avevo inoltre generato un gran carico emotivo di rabbia, risentimento e tristezza. Quelle convinzioni e quelle emozioni erano diventate così gli schemi, i programmi con i virus, che si erano fedelmente registrati e salvati nella memoria della mia mente inconscia creando i comportamenti automatici, che come risultato apparivano come relazioni che si interrompevano in continuazione. Ricordatevi che la mente è fatta per creare le reazioni automatiche basate sulle convinzioni inconsce e che quella è la causa principale dei malesseri nelle vite delle persone. Gli schemi mentali “Conosci il nemico per poterlo sconfiggere” è una grande verità quando si ha a che fare con gli schemi mentali (egoici). Guardatelo anche con un pizzico di humour perché sono convinta che non bisogna considerare la mente come un nemico. Dall’altra parte è necessario conoscerla per poterla dirigere nella direzione in cui lei potrà essere di aiuto e contribuire al benessere e alla gioia nella vita. Tornando alla mia convinzione che il matrimonio fosse la fonte dei problemi ed osservando la mia vita sentimentale nel passato, oggi è chiarissimo che le relazioni che si interrompevano avevano a che fare con quella convinzione. Tuttavia quello che a me sembrava la causa dei miei problemi in coppia erano, guarda un po’, i miei partner! Perché? Per il semplice motivo che non ero assolutamente consapevole di nutrire quella convinzione e mi giustificavo con il fatto che trovavo le persone sbagliate. Attrazione come un messaggio profondo dell’anima Perché allora ci eravamo attratti? Perché entravo in relazione proprio con quel partner che poi non mi piaceva più e per di più lo accusavo di avermi rovinato la vita? La
Come riunire nuovamente la famiglia attorno alla tavola
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Guarire i rapporti con la madre la figlia ed il marito Dietro le porte chiuse del mio studio per conoscere il segreto dei rapporti armoniosi tra genitori e figli Quando mi ha contattata per la prima volta una mia cliente, mi ha chiesto: “ La mia figlia ha problemi, può aiutarla? “ Quando le persone condividono con me una cosa del genere so che inconsciamente stanno cercando aiuto per loro stesse. Alla persona in questione avevo risposto: “Perché non viene lei a fare una chiacchierata con me prima?” Quello è successo ad ottobre dell’anno scorso e la figlia della signora in questione non ho ancora visto mentre sto aspettando la donna (siamo ad aprile) per la sua sessione individuale. Da ottobre ad oggi la signora sta facendo con me i corsi e viene regolarmente a fare le sedute individuali. Che cosa è successo? Come mai ha scelto, dopo il nostro primo incontro di “lasciare in pace” la figlia e di fare invece il lavoro su se stessa? Che cosa è successo durante il nostro primo colloquio e che cosa le ha fatto cambiare il focus? Dove cercare il problema? Oggi vi do la possibilità di sbirciare dietro la porta chiusa del mio studio e di sentire il colloquio che ho fatto con la mia cliente a ottobre dell’anno scorso. Lei è in totale accordo perché non verrete a sapere ne il suo nome ne la sua identità e così la sua privacy è protetta. Davanti a me si è seduta una donna dell’aspetto curato e piacevole e alla mia domanda: “dov’è il problema?” ha iniziato a parlare con la voce che svelava un misto di emozioni di rabbia e di tristezza: “ Non so più cosa fare con la mia figlia, non riesco più a guardare la sua insoddisfazione in tutte le sfere della sua vita, quella personale, affettiva e lavorativa. Sembra che niente vada bene. Non riesce ad avere un suo equilibrio e la soddisfazione e ha un pessimo rapporto con il cibo”. La ascoltavo con attenzione e quando ha finito mi ha guardato con i suoi bellissimi occhi azzurri pieni di lacrime cercando in me la soluzione al disagio della sua figlia. La mia risposta era: “La capisco perfettamente e mi dispiace per come si sente. So quanto fa male osservare un figlio che non sia contento. Noi genitori desideriamo i loro massimo bene e soffriamo se loro non sono felici. “ Mi guardava e annuiva e poi mi fece la domanda: “ Può aiutare la mia figlia ad essere felice? Ho letto di lei e tante persone mi hanno detto che lei aiuta le gli altri ad essere felici.” Guardandola negli occhi le ho detto che per rispondere alla sua domanda avevo bisogno di raccogliere delle informazioni. In seguito ho iniziato a farle le domande e il nostro colloquio proseguiva in questa maniera: “ Com’è la vostra situazione famigliare? Lei è insieme a padre della sua figlia?” “Si, viviamo assieme, ma sono tanti anni che viviamo in una situazione di tensione, come due separati in casa. Lui mi irrita ed il clima in casa è molto teso. Sono già troppi anni in cui non mi sento considerata da lui.” “Lei mi ha detto che neanche la sua figlia riesce ad avere una situazione sentimentale appagante, giusto?” “Si, è vero”, risponde la donna guardandomi negli occhi con l’aria di qualcuno che ha percepito qualcosa in quella mia domanda. Quando la mamma non ama papà “Mi può dire com’è il suo rapporto con la sua madre, la nonna della sua figlia?” “Terribile, non la sopporto. Lei non può capire quanto è egoista quella donna. Neanche la mia figlia la sopporta. Infatti, sono tanti anni che non si vedono!” “Ah, ok, mi dica qualcosa di più. Com’era la sua infanzia e come si è sentita crescendo?” “Non sono stata bene, la mamma non amava papà, era innamorata di un altro uomo ed io ero la sua spalla su cui piangere. Mi ricordo anche che in quel periodo non stavo bene anche perché non avevo un buon rapporto con il cibo.” “Mi sta dicendo che non aveva un buon rapporto con il cibo, che sul piano sentimentale non è appagata e che sia lei che la sua figlia vedete malvolentieri la sua madre” . “Sì, esatto. “ Risponde la donna guardandomi con uno sguardo particolare ed esclamando: “ Mah, non è che lei vuole dire che la mia situazione in qualche modo ha a che fare con quella della mia figlia, mi sembra piuttosto simile adesso che ne sto parlando!”. “Sì, è proprio così” le ho risposto guardandola con sorriso dritto negli occhi. Conflitti irrisolti nei rapporti Quello è bastato alla donna per prenotare la sua sessione successiva. Sua, non della sua figlia. Lavorando su di se è diventata consapevole molto presto che quello che lei vedeva come problema nella sua figlia era in realtà il riflesso della sua situazione. Ha compreso che la ragione per cui la sua figlia non desidera vedere la nonna è perché la sua madre trattiene un grosso carico di rabbia e risentimento nei confronti della sua madre. Ha compreso che la ragione per cui la sua figlia non riesce ad avere un rapporto affettivo stabile è perché in casa ha come esempio due genitori che non dimostrano affetto uno nei confronti dell’altra e che vivono da separati con grande carico di tensioni. Ha compreso che i problemi nel rapporto con il cibo della sua figlia sono il riflesso degli schemi irrisolti che la mia cliente ha con la sua madre. Comprendere la verità che i figli riflettono gli schemi irrisolti dei genitori è un boccone amaro da digerire. Tuttavia, nel momento in cui la mia cliente l’ha accettato, ha compreso anche quanto è prezioso e importante il rapporto che ha con la sua figlia. Non solo dal punto di vista affettivo e genitoriale ma anche e soprattetto dal punto di vista della guarigione del suo corpo, della sua mente, del suo ambiente e della